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Il 21 marzo, equinozio di primavera, si ricorda una delle maggiori guide spirituali del luogo: San Benedetto, patrono d’Europa e fondatore dell’omonimo ordine, ha diffuso la parola di Dio attraverso la formula “ora et labora”. Nonostante i recenti crolli della Basilica di Norcia a lui dedicata, il suo messaggio di integrità morale e rettitudine è seguito da fedeli di tutto il mondo.

 

LA VITA ASCETICA

San Benedetto, figlio di un alto funzionario romano, nacque a Norcia verso la fine del V secolo. Dopo la morte dei genitori si trasferì a Roma con la sorella – Santa Scolastica, ndr – per approfondire gli studi letterari, ma li abbandonò presto a causa della dissolutezza della città; in seguito si ritirò in preghiera nella Valle dell’Aniene, ove visse da eremita per quasi tre anni, e infine si trasferì a Subiaco diventando la guida spirituale per alcuni monaci. Qui, predicando la Parola del Signore, accolse discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di tredici monasteri, ognuno con dodici monaci e un proprio abate. Più volte rischiò di essere avvelenato a causa della sua dottrina rigida; per salvare i suoi seguaci si diresse quindi verso Cassino dove, sopra un’altura, fondò il monastero di Montecassino, edificato sopra i resti di templi pagani.

 

LA REGOLA

Nel monte di Montecassino, Benedetto compose la sua Regula intorno al 540 combinando l’insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nell’intenzione di fondare una scuola del servizio al Signore. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci – l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso – e la conversatio, cioè la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate, il “padre amoroso” (il nome deriva proprio dal siriaco abba, “padre”) mai chiamato superiore, che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora.

 

L’ORDINE E LA CROCE

I monasteri che seguono la regola di san Benedetto sono detti benedettini. Anche se ogni monastero è autonomo sotto l’autorità di un abate, si organizzano normalmente in confederazioni monastiche, tra cui le più importanti sono quelle di Montecassino e Subiaco. A Montecassino Benedetto visse infatti fino alla morte, avvenuta per febbre il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica, ricevendo l’omaggio dei fedeli in pellegrinaggio. Le diverse comunità benedettine ricordano la ricorrenza della morte del loro fondatore il 21 marzo, mentre la Chiesa cattolica ne celebra ufficialmente la festa l’11 luglio da quando Papa Paolo VI lo ha proclamato patrono d’Europa nel 1964.
Le origini della medaglia di san Benedetto sono antichissime. Papa Benedetto XIV ne ideò il disegno e col “Breve” del 1742 approvò la medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede. Sul diritto della medaglia, san Benedetto tiene nella mano destra una croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa Regola. Sull’altare è posto un calice dal quale esce una serpe per ricordare un episodio accaduto a Benedetto: il Santo, con un segno di croce, avrebbe frantumato la coppa contenente il vino avvelenato datogli da monaci attentatori.

 

LA BASILICA (da Norcia.it)

La chiesa, secondo la tradizione cristiana, sorge sopra la casa natale del Santo, il cuore della Chiesa, nell’area della cripta sono visibili i ruderi di una struttura romana preesistente. L’interno, a croce latina, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli, e non segue uno stile ben preciso: elementi romanici, gotici e barocchi si mescolano tra loro. Alle pareti si possono ammirare interessanti tele di pittori locali, riguardanti la vita del santo. L’esterno si presenta, nonostante il sisma, con una maestosa facciata arricchita da un rosone, accompagnato dai simboli dei quattro evangelisti, e da un ricco portale abbellito da rilievi e statue. Uscendo dalla porta principale e volgendo a sinistra, sotto un portico del 1500 si allineano le antiche “Misure” di età medioevale, grossi recipienti di pietra, usate durante i mercati come unità di misura per le merci.

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